Peccato che
finora non sia venuto in mente a nessuno di organizzare qualcosa di simile
a Villa Adriana, vicino a Tivoli, per i cultori delle Memorie di Adriano,
capolavoro di Marguerite Yourcenar. Ma dopo aver letto l'articolo di
Guido Giubbini, un tour a tutto tondo con raffinate suggestioni, chi
visiterà questa residenza romana, la più importante del
mondo antico, coglierà meglio anche i sogni e i desideri dell'imperatore
che la fece costruire. Oltre a condurci tra ciò che è rimasto
di terme, templi, palestre e tribunali, Giubbini ricostruisce l'elaboratissimo
sistema idrico che allietava questa faraonica città-palazzo, grande
il doppio di Pompei. L'apice era rappresentato dal Cortile d'oro, un
giardino d'acqua all'interno di un enorme porticato con vasche, fontane
e ninfei che richiama alla memoria l'Alhambra di Granada.
Con un'altra scrupolosa ricostruzione storica, ci si addentra nei Giardini
Vaticani, concentrandosi, anche qui, su ciò che esisteva e non
esiste più. Alla descrizione del giardino all'italiana voluto
da Pio XI negli anni '30 e della Casina di Pio IV, un prezioso rifugio
racchiuso tra due cascate, segue quella del Cortile del Belvedere progettato
dal Bramante, a cui l'autore addebita l'origine del giardino aperto occidentale.
Nessun muro di cinta e nessuna fontana al centro, ma un lungo asse prospettico,
terrazze a più livelli collegate da ampie scalinate e alla sommità un
loggiato e un'esedra da cui godere il panorama. Un impianto che influenzò tutti
i giardini reali d'Europa fino al XVIII secolo e oltre.
Dopo due scenari percorsi da papi e imperatori, Rosanova propone realtà più private
ma non meno interessanti. Anche se il numero esce in primavera, descriviamo
tre giardini della Normandia nella loro veste invernale a dimostrazione
che la "stagione morta" non è tale. Anzi, riserva magnifiche
sorprese. A Le Vasterival, un grande parco botanico, spicca la policromia
dei tronchi di varie specie di betulle, dal bianco al rosa all'arancio,
alternate alle pennellate color cannella degli aceri. Al Parc floral
des Moutiers si assiste quasi a un incantesimo. Dodici ettari suddivisi
in "stanze" a cielo aperto, delimitate da muri e da siepi,
che poi sfociano in parco naturale. E dietro agli scheletri spogli di
betulle, magnolie e faggi, si intravede l'oceano. Infine l'appassionante
racconto del restauro di un podere abbandonato da decenni, a Montecampano
in Umbria. Tra gli interventi di riassetto, colpisce la pulitura del
bosco. Come sottolinea Guido Giubbini, è la metafora del buon
governo e dovrebbe essere suggerita a tanti amministratori della cosa
pubblica. Del resto se è vero che, precetti della Garden Therapy
a parte, curare un giardino procura un senso di benessere profondo, anche
pulire un bosco potrebbe insegnare importanti strategie gestionali che
diano benessere alla collettività.