Sarà che si tratta di un numero speciale, sarà che l'estate apparentemente dispersiva nasconde delle autentiche rivelazioni, il numero di Rosanova che avete tra le mani è un monumento al giardino naturale. E questo mi sembra il tema che meglio incarna lo spirito della rivista, dawero l'ideale per festeggiare il traguardo del numero 50!
Chi ci segue dall'inizio, saprà apprezzare il nostro sforzo di raccontare luoghi e storie di straordinaria quotidianità con sguardo curioso e mai superficiale. Chi invece ci ha scoperto successivamente, avrà la certezza che con Rosanova non ci si annoia perché ogni articolo apre nuove visuali su giardini segreti, inaccessibili o dimenticati.
Tornando ai contenuti, il numero si apre con un servizio su un giardino corso, la Bergerie, a sud ovest dell'isola. Situato su una terrazza naturale a 200 metri sul livello del mare, è un esempio perfetto di giardino mediterraneo, per la ricchezza e la spontaneità della vegetazione. La macchia mediterranea domina incontrastata nei 3.500 metri quadri che circondano la casa, dove spiccano anche rocce di granito rosa modellate dal vento. La loro superficie aspra riprende colori e forme delle grandi chiazze di piante grasse "trasferite" da altri giardini con sapienza da parte della padrona di casa. Non c'è dubbio, alla Bergerie il protagonista assoluto è il paesaggio corso che i proprietari hanno soltanto aiutato ad "esprimersi" al meglio.
Anche nell'articolo sul plantsman del lago di Monate, in provincia di Varese, la dedizione e la discrezione del giardiniere si rivelano potentissime nel determinare il risultato finale, ovvero un bosco di quattro ettari, strappato all'abbandono, oggi traboccante di ortensie rigogliosissime, decine di migliaia. E altre centinaia nei vasi in attesa di essere piantate in un habitat umido e ombroso che sembra essere nato per quello.
Da Varese alia Normandia il passo è breve perché il Jardin de Valérianes è anch'esso frutto di un'antica passione dei proprietari che si è espressa in modo diverso, in tempi diversi. Due giardini vicini ma separati: uno, aperto al pubblico nel 1996, è ispirato al giardino britannico informale, mentre l'altro, aperto nel 2008, colpisce per maggiore originalità. Entrambi contraddistinti da oltre 3.000 specie, si svelano man mano che si procede tra percorsi labirintici, cambi di livello, padiglioni e nicchie segrete.
Tornano in mente le parole di Pia Pera, autrice, traduttrice e giardiniera scomparsa un anno fa, anche lei cresciuta in città come i protagonisti di questo numero, poi inspiegabilmente attratti dalla terra. "Non so da dove mi venga l'impulso ostinato che mi porta all'orto e al giardino, o meglio, all'orto/giardino, visto che per me fanno tutt'uno", aveva detto in un'intervista. "Ero ancora una bambina confinata in un appartamento di città e provavo intenso il desiderio di possedere quattro metri quadrati di terra tutti miei per crescerci le mie piante, delimitare un confine inviolabile". E da adulta riuscì a realizzare il suo sogno.