di Marta Matteini |
|
Di solito Rosanova non sceglie gli articoli in base alla stagionalità, tanto è vero che racconta le forme, i colori e i profumi di cui si veste un giardino nell'arco dell'intero anno. Se però l'estate corrisponde a quel tempo felicemente sospeso in cui si spezza la routine (se non per tutti, per la maggior parte di noi), ci si libera dalla fretta e dalle scadenze e si lascia spaziare la mente, allora questo numero non poteva essere più centrato. |
|
Perché il
protagonista assoluto è il deserto, da quello iraniano a quello
egiziano, fino a quello libico, tra i più affascinanti e più ricchi
di reperti. Non c'è luogo più adatto per scoprire la "suspension
of disbelief", felicissima espressione coniata da Samuel Taylor
Coleridge a inizio Ottocento per incoraggiare il lettore a sospendere
il giudizio critico e a lasciarsi trasportare dalla suggestione dell'insieme,
che si tratti di una poesia, un quadro o un paesaggio. Nel caso del Sahara,
questo effetto è potente e pressoché immediato, come traspare
dagli articoli "Alberi del deserto" e "La soglia dell'Eden".
L'insolito pellegrinaggio per contemplare da vicino tre alberi millenari
venerati come divinità, ha accenti magici e sacri. Mai come qui
gli alberi sono celebrati in tutta la loro maestosità e resistenza,
testimoni di epoche antichissime, quasi mitiche, quando il clima e la
vegetazione erano simili a quelli della savana. E l'incontro con l'arte
rupestre, dopo quattro ore di traversata di una distesa rocciosa e nera, è a
dir poco emozionante. |