di Marta Matteini |
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Dai cocci di bottiglia sui muri di cinta alle creuze de mâ, i versi di Montale e di De André hanno reso immortali alcuni elementi del paesaggio ligure, anche perché li hanno letti come specchio della natura spigolosa e impervia dei suoi stessi abitanti. Ma pure le celebri fasce con gli olivi e gli oltre centotrenta santuari a mezzacosta dedicati alla Madonna sembrano avere un legame con l'isolamento e il temperamento aspro dei liguri, come si legge nell'articolo sui rapporti tra paesaggio e culto mariano nella Liguria del '600 e del '700. |
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Fu
a cavallo di quei due secoli che, spinte da un'emergenza politica ed
economica, le grandi famiglie genovesi cambiarono la fisionomia delle
pendici costiere con i terrazzamenti e con una mirabile infilata di nuovi
campanili dedicati alla Madonna, da sempre invocata da marinai e navigatori.
Quella nuova visuale orizzontale parallela al mare suggeriva continuità e
protezione. Dietro a un paesaggio così familiare, si scopre dunque
un disegno preciso che, attraverso il culto religioso, la fatica e l'ingegno,
ha fatto della Liguria un grande hortus conclusus. |