Non è la prima volta che Rosanova narra l'evoluzione di un giardino attraverso le storie, pubbliche e private, di chi lo ha creato e vissuto per generazioni. Ma in questo numero, l'articolo di Fulvia Grandizio ricostruisce addirittura uno spaccato di storia italiana tra l'Ottocento e il Novecento. Protagonista il clan dei fratelli Giocosa, che nelle loro residenze estive nel Canavese accolsero ed ospitarono artisti, notabili e intellettuali. Da Giuseppe, poeta e librettista insieme a lllica delle maggiori opere di Giacomo Puccini, a Piero, medico, disegnatore, appassionato di montagna e di arte medioevale, fino alla dinastia degli Albertini, capitanata da Luigi, marito di Piera Giocosa, nonché direttore del Corriere della Sera, senatore e fiero oppositore di Mussolini, le case di Parella furono il fulcro di una stagione irripetibile per autenticità dei rapporti e ricchezza culturale. Con la loro sobrietà e armonia, i giardini del clan Giocosa sembrano riflettere le esistenze dei loro abitanti, richiamando alla mente, come cita l'autrice, le parole di Ruth Amman, architetto e analista junghiana nel saggio II giardino come spazio interiore (Bollati Boringhieri, 2008): "Giardini e anime si appartengono, costituiscono uno spazio segreto tra ciò che è chiaro e ciò che è oscuro, tra cultura e natura, tra coscienza e inconscio, tra spirito e corpo".
Dal Piemonte passiamo alla vai Roja, a cavallo tra Italia e Francia, paradiso della biodiversità dove la flora mediterranea e quella alpina crescono fianco a fianco, in un territorio che dai 2000 metri di altitudine scende fino al mare. Qui si concentrano "le case delle api", costruzioni in pietra con alti muri perimetrali, che contenevano fino a 80 famiglie di api, spesso collocati all'imbocco delle valli ricche di praterie fiorite, per facilitare il viaggio delle api dai fiori agli alveari e viceversa. Un felice connubio di pastorizia e apicoltura di cui oggi restano soltanto deboli tracce.
Da sempre interessati ai giardinieri di grande esperienza e creatività, raccontiamo di Helen Dillon, artista e plantswoman irlandese, che nell'arco di quarant'anni ha creato un city garden a sud di Dublino, originale per estensione (2000 metri quadrati) e per composizione. La padrona di casa ha saputo fondere mirabilmente le forme rigide, vasche e gradini, con le forme morbide, bordure fiorite dai notevoli effetti cromatici.
Nell'articolo "Lo stile delle rose" si ripercorre il succedersi delle varietà di rose negli ultimi cinque secoli alla luce dell'evoluzione del gusto. Con lo sguardo dello storico dell'arte Giubbini analizza le rose, sia vere che dipinte, rilevandone l'aderenza allo stile del tempo per dimostrare che rose antiche, moderne o ibridi di Tea siano creazioni che seguono e in qualche caso anticipano i canoni estetici dominanti. Grazie al lavoro appassionato di giardinieri, ibridatori, vivaisti e collezionisti la rosa non è più soltanto un fiore, ma un'autentica opera d'arte.