di Marta Matteini

Raccontare l'evoluzione di giardini e parchi nel corso del tempo è la peculiarità di Rosanova, che affida alle piante l'onere, e l'onore, di "narrare" un luogo, nonostante la presenza di ville storiche, manieri, palazzi o monumenti. In questo numero l'esempio più eclatante è il giardino di Castel Gandolfo, la villeggiatura dei Papi, felice sintesi di tre edifici distinti che abbracciano tre secoli. Voluto da Pio XI e costruito tra il 1930 e il 1934, è il frutto della collaborazione tra l'architetto Giuseppe Momo e un progettista di giardini poco ortodosso, Emilio Bonomelli, avvocato, giornalista e seguace di Don Sturzo. L'eterogeneità degli elementi architettonici e scultorei è tenuta insieme proprio dal giardino, dove spiccano siepi squadrate, tassi a sfera e a tronco di piramide, cascate di rose, prati e file di cipressi che tracciano perfette geometrie.
Maturato nel clima culturale tra le due guerre è anche il giardino-mausoleo del Vittoriale, testimonianza scenografica e altisonante delle gesta, più o meno eroiche, di Gabriele D'Annunzio.
Guido Giubbini ci conduce nel giardino-mausoleo del Vate "rileggendolo" senza pregiudizi ideologici e notando una certa ironia nei confronti del culto della personalità d'epoca fascista. Nelle sue descrizioni, ho ritrovato scorci e impressioni che risalgono a circa 45 anni fa, quando visitai il Vittoriale, di ritorno dalle vacanze in Trentino.
Erano gli anni Sessanta, frequentavo le elementari e non ricordo di essere stata "preparata" a quella visita: devo aver pensato che si trattasse della villa di un poeta stravagante che aveva costruito un parco dei divertimenti, a tratti un po' cupo. Per ovvi motivi anagrafici, non avevo alcuna cognizione del fascismo e della guerra, anche se questa non era poi così lontana visto che mio padre l'aveva vissuta in prima persona in Africa Orientale, prima da civile e poi da ufficiale in Etiopia, e infine da prigioniero in Kenia. Eppure, l'impatto del Vittoriale deve essere stato forte se ricordo ancora gli interni bui, sovraccarichi di tendaggi, suppellettili e cimeli di guerra e, soprattutto, quella prua di nave incastrata nella collina con vista sul lago di Garda.
Avendo visitato, negli stessi anni, la Michelangelo attraccata nel porto di Genova, avevo trovavo stupefacente che un pezzo di nave fosse finito lì, circondato da sentieri ripidi e cipressi. Lo stupore per quell'ardito landscaping ebbe la meglio su tutto il resto. Ignoro, però, le sensazioni dei miei genitori, soprattutto di mio padre, la cui storia mi conduce direttamente al bel reportage sull'Etiopia di Anna Maria Patrone. Nella ricostruzione storica e naturalistica di questo paese davvero unico dell'Africa subshariana, riemergono nomi che ho trovato nelle lettere di mio padre, quando viveva a Dessié, nella regione dell'Amhara, a 2400 metri d'altitudine. Quando l'autrice descrive il paesaggio spettacolare degli altipiani, delle ambe, i monti a sommità piatta, la ricca vegetazione, le chiese ipogee di Lalibela e i castelli di Gondar, ho la conferma che l'Etiopia sia un buon inizio per riavvicinarmi, come tanti della mia generazione, a una storia di famiglia dimenticata o mai conosciuta.
Tornando alla botanica, segnalo due interessanti articoli sulle graminacee, a lungo disprezzate e combattute dai giardinieri, e oggi riscoperte da alcuni vivaisti coraggiosi che ne promuovono la diffusione. Nell'articolo di Daniele Mongera, corredato dalle foto di Marc King, giardiniere di erba a Rocchetta Tanaro, si trovano le testimonianze di diversi cultori di fili, ciuffi e infiorescenze, da molti ritenuti ancora troppo selvatici o solo infestanti. Di fatto, la grass ecology è il futuro. Basta leggere l'avventura di Maurizio Casale che, da floricultore di Sanremo, si è "convertito" a produttore di graminacee e restionacee in natura, provenienti dai cinque continenti. Non sono soltanto il segno di una nuova estetica, "un'altra maniera di vivere e pensare", come dice Didier Berruyer, vivaista a Lucca, ma anche un mezzo naturale per proteggere gli argini e le colline a rischio frane.