|
|
|
In
questo numero spiccano i reportage su due giardini europei,
quello dello Champ de Bataille e quello di Agapanthe, entrambi
in Normandia. Ricchi di originalità, sebbene a livelli
diversi, sono luoghi densi di citazioni, rievocazioni classiche
o a tema, elementi metafisici o fantastici, che costituiscono "babele
di stili" non prive di suggestione. |
Champ
de Bataille con toni monumentali e Agapanthe con accenti
intimisti, entrambi sono il risultato di un massiccio intervento
umano che intende evocare atmosfere antiche, esotiche o arcaiche.
Quando approdiamo, invece, all'articolo su Central Park nel cuore di
New York, ci troviamo di fronte un parco urbano, anche questo costruito
dall'uomo, ma che chiama in causa un rapporto con il territorio di
tutt'altro segno. Creato dall'agricoltore-paesaggista Frederick Olmsted
nella seconda metà dell'800, Central Park risente di quella "religione
della natura" che animava le correnti più "laiche" del
trascendentalismo americano. La wilderness, la natura selvaggia,
e non il suo addomesticamento anche solo per ragioni estetiche, veniva
contrapposta alla civiltà della tecnica e alle leggi del mercato.
Ma non era semplice primitivismo. Il credo trascendentalista diceva
che le forme naturali e la mente umana sono governate dalle stesse
leggi. Come se l'antico precetto "conosci te stesso" e l'imperativo
moderno "conosci il mondo" diventassero una cosa sola. Partendo
da questi presupposti, il rettangolo verde di Central Park cintato
dai grattacieli di New York, anche se rappresenta una wilderness volutamente "artificiale" perché a
metà Ottocento Manhattan ero un'isola in gran parte incolta
e brulla, assume un peso simbolico molto forte. Il richiamo dello natura
originario sembra irrinunciabile, come era stato per John James Audubon,
ornitologo e pittore di origini francesi, che nel primo Ottocento parlava
già di conservazione degli habitat naturali e di biodiversità.
E chiunque abbia visitato uno degli Audubon Park disseminati negli
Stati Uniti, immense aree di territorio selvaggio in cui si preservano
ecosistemi complessi, specie animali e vegetali autoctone e la "wildlife" in
generale, sa l'impatto che può dare la vera wilderness americana.
E quanto sia impossibile racchiuderla, cintarla o limitarla.
|
|