di Marta Matteini |
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Il numero 1 di Rosanova è così ricco che non si sa davvero da che parte cominciare. Forse conviene assecondare la scelta del curatore, che ha raggruppato gli articoli per argomenti. I più esotici riguardano i giardini del Marocco e della Siria, e ci spiegano come anch'essi, se considerati con rigore critico e senza pregiudizi, siano riconducibili alle due forme di base del giardino occidentale, la forma chiusa e la forma aperta. |
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Gli uni
sono stati voluti dalle dinastie berbere originarie del deserto, dove
l'archetipo di riferimento, per
ragioni vitali, non poteva essere che l'oasi, di necessità chiusa
e contrapposta all'ambiente circostante. Gli altri, se si considerano
le tracce archeologiche, si pongono all'origine del giardino aperto,
basato sullo scorrere dell'acqua in uno spazio per definizione non circoscrivibile
e dinamico. |