di Marta Matteini

Questo numero esplora la dimensione meno evidente di alcuni celebri giardini, ovvero quella sacra e simbolica, fornendo attente analisi dei retroscena e dei significati occulti, svelati nel corso di un'avvincente narrazione che si dipana attraverso diverse fasi storiche. Riguardo l'Isola Bella, sul Lago Maggiore, per esempio, viene ricordato che il paesaggio lacustre era da sempre un luogo sacro, e i Borromeo nel XVII secolo trasformarono l'isola, che per conformazione e microclima assomiglia a un paradiso terrestre, in un grandioso complesso allegorico per celebrare i fasti della loro dinastia. Il giardino all'italiana, che ricopre lo scoglio roccioso dove un tempo sorgeva un villaggio di pescatori, ha un forte impatto evocativo che lo accomuna al giardino-isola di Amber, nel Rajastan, o ai giardini moghul, concepiti appunto come "recinti sacri".
Sebbene in epoche e latitudini diverse, anche il paesaggista americano Charles Jencks, tre secoli più tardi, ha realizzato un omaggio alla memoria con il Garden of Cosmic Speculation in Scozia, dove il ricordo della moglie scomparsa, Maggie Keswich, è preponderante. Una sua statua domina il "wilderness garden", luogo di morte e di rinascita, e a lei è dedicato anche il Sense and Dna garden, trionfo dei cinque sensi più uno, l'intuizione femminile. Nel resto della proprietà, Jencks ha voluto celebrare la vita attraverso spirali che evocano il vortice dei buchi neri, recinzioni ondulate simbolo del propagarsi dell'energia e sentieri dedicati agli atomi e ai quark.
Ugualmente elaborato, ma con una simbologia più accessibile, è il Central Garden realizzato da Robert Irwin al Getty Center di Los Angeles. Non essendo Irwin né giardiniere, né botanico ma artista, il giardino ha più l'aspetto di un'opera d'arte in open air. Elemento dominante è un corso d'acqua che tiene insieme il tutto, mentre piante, sentieri, cascate e terrazzamenti sono ritmati da passerelle in ferro grezzo, ciottoli, vasche e la vista panoramica della costa di Santa Monica.
Nell'accurato articolo sui giardini botanici di Villa Hanbury, alla Mortola, ci si perde nella descrizione della ricchissima flora, ma anche qui non manca la celebrazione della memoria. Il fondatore Sir Thomas Hanbury, la consorte e la nuora, sono infatti sepolti in loco, con tanto di tempietto e mausoleo che consacrano in eterno il loro intimo legame con quell'angolo di Liguria a cui dedicarono tutte le loro energie. E a ricordare quale luogo di gioia e delizie fosse stato per loro, sul portale d'ingresso campeggia l'ideogramma cinese Fo', ovvero Felicità.
Non meno affascinanti sono le storie dei giardini in cui le piante esotiche o rare ne rappresentano la caratteristica più evidente, come il Giardino Boccanegra in cui, grazie a un attento lavoro di sfoltimento e di acclimatazione, la flora locale prospera insieme a specie del Cile, della California, delle Canarie, dell'Australia, del Sudafrica. Un insieme rigogliosissimo dove capita di vedere anche cycas centenarie e yucche del primo Novecento.